Carissimi amici, torniamo idealmente in Brasile grazie alla meravigliosa esperienza che Sabina e Nicola hanno voluto condivedere con noi. Parlare del Brasile e di come ti possa entrare dentro è davvero difficile, se non impossibile; leggendo però quello che i nostri amici hanno scritto, mi è sembrato di essere lì con loro e mi sono profondamente commossa! Penso capiterà anche a voi….buona lettura e grazie di cuore ai coniugi Rizzello!
Finalmente dopo 6 anni io e nicola siamo riusciti a realizzare uno dei nostri sogni più grandi: il Brasile!
Era in progetto per il nostro viaggio di nozze ma a causa dei due pnemuatoraci avuti da nico i medici gli avevano impedito di prendere l’aereo e così avevamo ormai messo nel cassetto il nostro sogno…
Fino a quando, nello scorso gennaio, scopriamo quasi casualmente che in realtà lui poteva tranquillamente prendere l aereo… e aereo per noi voleva dire Brasile!
Ne parliamo subito con Angela che approva senza indugio il nostro viaggio e da gennaio a luglio sono stati mesi di preparazione mentale e spirituale… ma vivere il Brasile è tutt’altra cosa che pensarlo o immaginarlo!
Come dice lidiana “il Brasile o ti ammazza o ti cura” e per entrambi è stato cura!
Con ancora tanta gioia nel cuore ricordo ogni giorno della missione, ogni incontro, ogni abbraccio, ogni volto, ogni sorriso, ogni sguardo, ogni carezza…un tesoro prezioso che custodisco dentro di me e che sento il dovere di testimoniare a tutte le persone che incontro nel mio cammino.
Un episodio, tra i tanti che vorrei raccontare, è l’esperienza di “Angeli nella notte” in piazza Ferrero, piazza centrale di Fortaleza.
Scendiamo dal furgoncino e mi trovo immersa in un mondo surreale.
Mi guardo intorno…è pieno di gente sdraiata per terra, sulle panchine in preda a droghe e alcool.
Ho paura, sono in forte disagio, voglio tornare a casa.
Mi chiedo cosa ci faccio io li… l’ aria è pesante e puzzolente, la piazza è sporca, l’ odore di escrementi e fumi vari rende l’ atmosfera tremendamente reale, sembra di essere in un girone infernale dantesco.
Voglio tornare a casa.
Lo confido a Nicola, non riesco a stare li.
All’ improvviso tutti iniziano a correre come matti… il mio cuore batte a mille, penso a una rissa o un agguato e invece ci dicono che corrono per andare a prendere la zuppa offerta da un’associazione.
Forse il loro unico pasto.
La paura si è trasformata in sgomento e incredulità.
Penso…non è possibile che esseri umani vivano così al giorno d’oggi… non è possibile che nessuno faccia niente e tutto passi nell’indifferenza più assoluta.
Rimaniamo in piedi nella piazza spettatori di uno spettacolo che non avrei mai voluto vedere.
Alcuni schiamazzi richiamano la nostra attenzione.
È una bimba bionda, bella che sta rovistando nei sacchetti della spazzatura. Sposto lo sguardo e vedo che c’è anche un bimbo piccolo, biondo anche lui, un angioletto, con una maglietta enorme addosso che gli arriva fino ai piedi.
Cosa ci fanno due creature innocenti in quella piazza così assurda?
Senza pensarci troppo decidiamo di andare da loro… da vicino vedo che sono davvero sporchi… giocano su un letto matrimoniale buttato per terra in condizioni orribili. La mamma sembra non preoccuparsi troppo di questi angioletti.
All’ inizio non riesco nemmeno a toccarli… provo ribrezzo, direi schifo, penso che mi possono attaccare malattie…pidocchi…
Ma la bimba mi si avvicina. Scopro che si chiama Bruna e ha solo 3 anni.
La sua casa è la strada da quando era nel grembo materno. Inizia a giocare con me usando un mandarino come pallina… e all’ improvviso il muro che avevo innalzato per evitare qualsiasi tipo di contatto crolla… lei ride vuole giocare e io non posso rimanere indifferente di fronte a lei solo perché è sporca e vive in strada. Anzi proprio per questo sento nel cuore di donarle un po’ di amore… e così dal gioco del mandarino in cui non avevo contatto con lei son passata a prenderla in braccio, coccolarla, accarezzarla e baciarla…in quel momento era la cosa più preziosa per me.
Lei ride, il suo volto si illumina, è raggiante. Addirittura ora prende la rincorsa e mi monta in collo per fare il vola vola.
Ogni mia difesa è crollata, ogni mio pensiero di disagio è scomparso.
Vorrei rimanere a giocare con lei tutta la notte.
Vorrei portarla via da li e farle sperimentare cosa vuol dire casa.
Vorrei farla giocare con una palla vera.
Vorrei farla dormire su un letto vero.
Vorrei farla addormentare leggendole una favola
Vorrei…
Ma questo non è possibile.
Lei è e il suo piccolo fratellino Danilo dormiranno in strada anche stanotte.
Ma almeno per un’oretta l’amore ha vinto.
Bruna ha sperimentato e vissuto l’amore.
Bruna e il suo piccolo fratellino si addormentano su quel materasso fatiscente.
Io vengo via ma il mio cuore rimane lì con loro ed è ricolmo di gioia!
È la gioia di aver vissuto quell’abisso di dolore amore…. l’origine e il senso del nostro carisma!
Dentro di me è davvero cambiato qualcosa anzi tanto è cambiato.
Ora so, ora ne sono a conoscenza e non posso ignorare e mettere in disparte tutto quello che ho visto e vissuto durante tutta la missione.
Ho visto un paese e un popolo incredibile…ricchissimo e poverissimo allo stesso tempo.
Ho visto bimbi sorridenti e gioiosi gustarsi lentamente un cucchiaino di Nutella.
Ho visto la fede di Maddalena…donna che vive in una favelas con 7 figli…non ha niente ma è contenta di avere Dio…il suo tutto.
Ho visto gli occhi spenti di Anderson…bimbo di 10 anni che già fa uso di droga.
Ho visto i bimbi delle favelas contentissimi di passare qualche ora a giocare con noi con il salto della corda, il pallone e la chitarra.
Ho visto e conosciuto Allison ragazzo ventenne, sorriso e occhi bellissimi, genitori morti e costretto a vivere in strada perché senza niente.
Ho visto e conosciuto Rian, Francisco, Marcus, Eduardo, Emerson, José, Paulo, Joelman, Joanvito… I bimbi accolti nella cittadella di nuovi orizzonti a Quixada… bimbi che non hanno famiglia o che vivono situazioni di estremo disagio, bimbi spesso abusati, bimbi la cui famiglia è diventata nuovi orizzonti e durante la preghiera quotidiana ringraziano Dio per questo e nonostante tutto pregano per le loro famiglie.
Ho conosciuto Esmeralda, bimba di 5 anni, bellissima, che quando è entrata in cittadella chiedeva un bicchiere d’acqua con lo zucchero perché era abituata a avere solo quello durante il giorno come pasto.
Ho visto bambini assaporare e godere a pieno del cibo lasciandosi per ultimo il boccone più appetitoso.
Ho visto le donne del progetto corasao stare in fila dalla mattina presto per prendere la cesta con gli alimenti donata da nuovi orizzonti.
E ho visto le stesse donne partecipare a un gruppo di conoscenza di sé…
Ho visto capanne fatte di fango che inizialmente pensavo fossero stalle o rifugi per animali e invece ahimè dentro ci vivono persone e bambini.
Ho visto i ragazzi accolti nella casa jeshua
desiderosi di ritornare a vivere dopo anni buttati via nella droga e nell’alcool.
Ho conosciuto Victoria, Bia, Graziella, Linda, Antonia, Jomaria, Daliska…le bimbe e ragazze accolte in cittadella…. storie drammatiche di abusi, abbandoni, estrema povertà.
Ho conosciuto Regina… abitante in una favelas a Fortaleza, che ci ha consegnato il suo dolore e le sue lacrime per aver perso la sua bimba di soli 9 mesi.
Ho conosciuto i bimbi accolti nella comunità Sol Nascenti… piccolissimi e già con l’aids.
Ho conosciuto i carcerati, vestiti tutti uguali, pantaloncini arancioni e maglietta bianca con la scritta “interno” seguita da un numero, volti sfregiati dalla droga e dalla sofferenza, persone che hanno commesso azioni abominevoli che ora stanno scontando la loro pena nel carcere, la più grande delle povertà… li ho visti piangere e commuoversi solo per il fatto di essere lì con loro e aver cantato e pregato insieme, considerandoli esseri umani e non numeri.
Ho conosciuto persone poverissime nelle favelas dove manca tutto…ma che sono disposte a accoglierti in quella che per loro è casa, cercando in tutti i modi di farti mettere a sedere da qualche parte.
Ho visto e conosciuto tante persone laiche e religiose che hanno deciso di rimanere in Brasile e dedicare la loro vita per questo paese ed essere quella goccia di amore nell’oceano.
No, non posso tornare alla mia routine quotidiana come se non avessi visto niente, relegando questa esperienza di vita a un mero ricordo.
La vera missione inizia ora… inizia qui in italia, in casa nostra, con i colleghi di lavoro, con gli amici e conoscenti, nella vita quotidiana, in quella routine che non è più routine perché ti senti rivoltata, cambiata, trasformata e curata dal quel Brasile che tanto avevamo sognato e che davvero ha aperto in noi e nei nostri cuori nuovi e strabilianti orizzonti!