Quali sono le vere Porte Sante del Giubileo?

Porta Santa BanguiE’ stato emozionante vedere Papa Francesco aprire la porta santa di Bangui. In quel momento, tutte le persone del mondo hanno scorto nella porta della Cattedrale di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, la porta della propria parrocchia. Un messaggio meraviglioso, di grande speranza, il modo più bello per inaugurare, con una settimana di anticipo, il Giubileo della Misericordia.

Francesco è in perfetta linea di continuità con i Papi che lo hanno preceduto. Penso ad esempio a Paolo VI, che ha inaugurato i viaggi apostolici nel mondo, oppure a Giovanni Paolo II. Ma soprattutto, Francesco prosegue su quel profondo interesse che i Papi hanno sempre avuto per l’Africa, per la povertà di quel continente, i suoi drammi, la violenza che ancora continua a incendiare il suo popolo. Ma esiste anche un elemento di discontinuità. Sta nel fatto che il Papa non ha voluto aprire una porta santa a Roma, a San Pietro, ma a Bangui, una delle tante periferie del mondo. E’ una scelta in armonia con quanto sta dicendo dal giorno della sua elezione: il suo desiderio di una Chiesa povera, in uscita, attenta alle periferie esistenziali, una Chiesa che deve essere molto di più del Vaticano o di Roma. Forse perché viene lui stesso da un altro continente, il Papa vuole stimolare i cristiani ad allargare gli orizzonti, a considerare la Chiesa nella sua universalità e non relegata in una sola città. Anche per questo ha scelto l’Africa per questo viaggio. Un viaggio pieno di messaggi e significati.

Il Papa è stato in Kenia. Una tappa emotivamente forte visto quello che il Paese sta vivendo a causa della guerra, con il martirio dei cristiani. Poi è stato in Uganda dove ha evidenziato drammi come quello dell’AIDS o dei bambini soldato. Teniamo presente però che in Uganda la presenza della Chiesa è molto forte, ci sono circa mille progetti attivi di collaborazione anche tra la stessa Chiesa e lo Stato. Il punto più difficile quindi era proprio la Repubblica Centrafricana. Lì i cattolici sono una minoranza, quello è un Paese poco sicuro anche perché l’estremismo è una realtà presente. Ma Francesco doveva esserci. Aveva deciso di andarci e non ha voluto sentire nessuno che fosse contrario, facendo capire chiaramente che la vita va avanti e si deve fare ciò che si ritiene giusto. Il Papa ha voluto che proprio lì, nel cuore di una realtà delicata e rischiosa, fosse aperta una porta santa. E questo ha un significato enorme. E’ la periferia che diventa il centro. E’ il messaggio che grida: di fronte a Dio nessuno è ultimo, siamo tutti unici!

Papa bambini malati 1Qualche tempo fa avevano chiesto al Papa quale fosse l’aspetto del suo ruolo e della sua missione che preferisce di più. Lui aveva risposto con una disarmante semplicità: fare il parroco. Lui è davvero il parroco del mondo. E vive a 360 gradi in questa dimensione. Ecco perché ha voluto un Giubileo straordinario, cioè al di fuori del normale computo di un anno santo ogni venticiqnue anni. Lo ha indetto a cinquant’anni di distanza dal Concilio Vaticano II che ha segnato un epocale cambiamento nella Chiesa. E lo ha inaugurato con l’apertura di una porta santa in una cattedrale lontana, non a San Pietro. Inoltre, Francesco ha chiesto che tutte le diocesi del mondo abbiamo una porta santa non solo nelle cattedrali ma anche in luoghi simbolici di povertà, di periferia. In quest’ottica, la porta santa diventa un simbolo, un passaggio dove poter entrare in un cammino di cambiamento, di rinnovamento, dove considerare l’anno santo come un’occasione da cogliere per vivere il perdono con se stessi, con gli altri e con Dio. Ecco allora che la porta santa di Bangui acquista un significato importantissimo. Vuole dire che una parrocchia sperduta in Africa può diventare il centro di tutta la Chiesa.

Ha fatto discutere la decisione del Papa di intraprendere un viaggio in zone potenzialmente molto pericolose per la sua incolumità. Bisogna dire che lui non rinuncia alla scorta e si fida della sicurezza vaticana che fa il proprio lavoro anche come atto di servizio a Dio. Il Papa però non vuole barriere. Non vuole essere ricattato da nessuno. Il contatto con le persone per lui è più importante del rischiare la propria vita. Ribadisce a gran voce quanto è scritto nel Vangelo. Gesù dice: “Non abbiate paura di coloro che possono uccidere il vostro corpo, ma di coloro che possono uccidere e il vostro corpo e la vostra anima”. Il Papa non ha paura di morire, ha messo Dio talmente al centro della propria esistenza che non vuole farsi condizionare da niente e nessuno. Non vuole essere privato del contatto con le persone, la sua dimensione fondamentale. E’ una fortissima risposta al clima di paura che il terrorismo vuole a tutti i costi diffondere.

Papa bambini malati 2Nella bolla di indizione del Giubileo, che si chiama “Misericordiae Vultus”, Francesco ha anche indicato il fatto che verranno inviati nel mondo i Missionari della Misericordia, ovvero sacerdoti che il mercoledì delle ceneri si prepareranno con lui a San Pietro e che saranno poi mandati in ogni angolo del mondo con la facoltà di assolvere qualsiasi tipo di peccato. Perché ci sono alcuni peccati che sono rimettibili solo dal Papa, dalla Santa Sede. Questi sacerdoti saranno moltissimi, un esercito armato di perdono. Inoltre il Santo Padre ha annunciato che ogni mese farà un “gesto simbolico” per fare arrivare la tenerezza e la carezza di Dio Padre a tutti. Domani 8 dicembre 2015 si apre la prima Porta Santa a Roma. Il Papa ha voluto che questo Giubileo sia fortemente vissuto localmente, ma soprattutto che siano le “opere di misericordia” le vere “porte sante” attraverso le quali passare tutti. Chiudo pertanto invitandovi a guardare la foto del Papa con i piccoli e i poveri incontrati, le vere porte sante che ci permetteranno di vivere l’Anno Santo.

[Fonte: Articolo aggiornato di don Davide Banzato con Roberto Allegri da Chi del 03/12/15]