Proviamo a metterla così: Marco è al capezzale del papà morente. I medici hanno detto che non c’è più niente da fare, sono le sue ultime ore di vita. Il vecchio sembra assopito e Marco non riesce a prestargli molta attenzione, perché nella sua testa turbinano mille pensieri: “Sta veramente per andarsene… cosa farò adesso? Chi devo avvisare? Quanti problemi in sospeso…”. Mille pensieri, mille ricordi, mille rimpianti sfrecciano vorticosamente nella testa di Marco.
A un tratto il vecchio si risveglia e inizia a parlare, con voce molto debole:
– Figlio mio… sei sempre stato un bravo ragazzo e meriti molto. Noi siamo poveri ma io, di nascosto, ho fatto tanti sacrifici per te e ho messo da parte un piccolo tesoro…
La voce del vecchio padre è sempre più flebile e Marco è diventato attentissimo. Il vecchio riprende a sussurrare:
– Sì, un piccolo ma grande tesoro. L’ho messo in quella casa che conosci…
La voce si indebolisce sempre di più, è un bisbiglio:
– In fondo a quei giardini dove ti portavo quando eri piccolo…
La voce ora è quasi impercettibile e Marco tende le orecchie come non mai. Il vecchio riprende a rantolare:
– Il tesoro è all’ultimo piano, l’appartamento era della nonna, dietro a quell’armadio…
La voce del vecchio diventa sempre più debole e Marco è totalmente proteso ad ascoltarlo. I mille pensieri sono svaniti e ora c’è solo la voce del papà morente, e Marco, finalmente, gli sta dando tutta la sua attenzione.
Anche tutti noi lo faremmo, in circostanze analoghe, e come se lo faremmo! Il problema è che lo facciamo solo in casi limite, come quello raccontato sopra, mentre nella normale quotidianità i mille pensieri ci impediscono di ascoltare veramente gli altri, di dar loro quella sensazione che scalda il cuore: “per lui era come se ci fossi solo io”. Il nostro scarso allenamento all’ascolto profondo, alla concentrazione, a dar tutta la nostra attenzione agli altri, ci impedisce naturalmente anche di ascoltare Dio.
Non è una cosa da poco, perché – come ci ricordava Chiara Amirante nell’ultima Giornata di Spiritualità – non c’è amore senza ascolto e non c’è ascolto senza amore.
Dato che amare sul serio è l’unico modo che abbiamo per essere felici, sarà importante che stiamo attenti a come ascoltiamo. Dio e gli altri. E, presi dall’inevitabile vortice dei regali di Natale, potremmo capire che, molto più dei regali più prestigiosi, le persone che abbiamo a cuore sperano che noi, finalmente, le ascoltiamo davvero.
Chi deciderà di farlo avrà uno strepitoso regalo in più, che tutti vorrebbero e che molti non hanno mai ricevuto, più prezioso di un tesoro perché contiene amore puro.
Poi, visto che la frase citata di Chiara è esposta più ampiamente nel suo ultimo libro, Dialogare con Dio (libro che secondo molti è il suo capolavoro), anche questo può essere un regalino niente male!