Mi chiamo Luca e sono un ragazzo di venti anni. Sono stato sempre un ragazzo disponibile ad aiutare il prossimo, come anziani e persone con disabilità; ma pormi in una situazione d’ascolto mettendoci cuore, mente e anima non l’avevo mai fatto perché tendo ad essere sempre molto concentrato su di me.
Venendo qui a Nuovi Orizzonti e facendo le prime esperienze di evangelizzazione mi chiedevo: «Chissà in che cosa consistono? Ne sarò capace?». A seguito di diverse esperienze, solo oggi ho capito veramente il senso di ciò che andiamo a fare. Una volta al mese ci rechiamo alla Stazione Termini, proprio lí dove Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, ha iniziato, per incontrare le diverse persone che vivono in strada: giovani, adulti e purtroppo anche qualche anziano.
Per non farlo sentire a disagio rimanendo in piedi, ci siamo seduti anche noi di fronte a lui,
e dopo esserci presentati gli ho chiesto: «Sei felice?». Non pensavo che la sua risposta mi avrebbe spiazzato completamente:
«Sono andato via da casa 25 anni fa, non ho nulla ma sí, sono felice! Mangio tutti i giorni alla mensa della Caritas, fortunatamente mi riesco a lavare e anche a dormire».
Dentro di me ero senza parole: lui non avendo nulla era felice, io pur avendo tutto non riesco ad esserlo.
Continuo il dialogo chiedendogli il perché di questa felicità e lui mi risponde dicendomi:
«Credo in Dio e amo il mio Dio».
A queste sue parole crollo emotivamente, può sembrare impossibile ma attraverso i suoi occhi e il suo sorriso sono riuscito a vedere il Signore, a contemplare come si fa piccolo tra i piccoli, ho riconosciuto attraverso il suo sguardo che Dio è amore.
Ancor oggi ho davanti agli occhi e stampato nel mio cuore il sorriso con cui quest’uomo annunciava il suo Dio (perché musulmano) e lodava e ringraziava anche il nostro Dio.
Immagino che anche stasera sei seduto su quella panchina a leggere e vedere scorrere le notizie e sento che desidero dirti: «GRAZIE!»
Ti ringrazio perché mi hai fatto capire come è importante e sacro il dono della vita, com’è importante il dono della famiglia dove tu, caro amico algerino, non vuoi tornare per non disturbare i tuoi fratelli; ti ringrazio per come sei riuscito a farmi sentire vivo Dio nel mio cuore, ma soprattutto ti ringrazio perché mi hai permesso di ascoltarti facendomi capire ancora di più che Dio non smette mai di stupirmi e facendo vedere al mio cuore, in un tempo così difficile, che l’Amore vince sempre.
Mi sono reso conto che solo ieri sera ho compreso il vero significato dell’evangelizzare: vedere l’amore vincere mettendo il cuore in una posizione d’ascolto profondo dell’altro, rimanendo docile all’azione dello Spirito Santo.
LUCA