Quest’anno, in alcune delle nostre Cittadelle si è svolto il progetto “Independence Way” del programma European Solidarity Corps con l’obiettivo di favorire, a breve termine, la crescita personale di giovani volontari e minori in difficoltà. Abbiamo accompagnato diversi volontari e ora vogliamo condividere la loro esperienza in questo percorso. Proseguiamo con l’esperienza di LAURA.
Sento che ogni parola uscita dal mio cuore è divenuta un dono per molti ragazzi.
Sono Laura Grasso, una giovane ragazza che a soli 20 anni ha deciso di lasciare la propria città per dedicare un anno della propria vita prestando servizio presso la Cittadella Cielo dell’Associazione Nuovi Orizzonti a Frosinone, grazie al Progetto Europeo “Independence Way”.
PARTIRE …
Partire non significa solo “andare in vacanza” o “farsi una gita”. Partire significa anche allontanarsi da casa, dalla famiglia, dagli amici, dai propri comfort e, per un adolescente, significa anche allontanarsi dal mondo che la società ti propone, da quel mondo che sembra onesto, appropriato, conveniente, che ti fa vivere il paradiso, quando in realtà è solo un falso scenario che vuole mostrarti per nascondere l’inferno.
Grazie a questo progetto ho avuto la possibilità di partecipare ad attività di sensibilizzazione, che mi hanno permesso di incontrare molti giovani, condividere con loro la mia vita e ascoltare tante storie. Tra i giovani che ho incontrato in tanti nascondevano dietro ad un sorriso i loro disagi sociali, le loro difficoltà quotidiane, le grandi ferite.
Attraverso la sensibilizzazione non dici semplicemente ai ragazzi “Guarda per terra mentre cammini perché potresti inciampare e farti male” o, concretamente, “smetti di fumare perché la canna ti mangia il cervello” oppure “non fare sesso con chiunque perché così non hai rispetto del tuo corpo”,
ma è tanto altro: tutti i giovani che ho incontrato erano in cerca della felicità, con un vuoto dentro che hanno sempre provato a colmare in modi diversi, chi attraverso l’affettività, l’alcool, la canna, il sesso, ma anziché saziare quel vuoto lo stavano semplicemente allargando inconsciamente, credendo di star vivendo la felicità quando era solo una felicità non reale e a breve termine.
Cosa ho fatto io davanti a tutto questo? Ciò che ho fatto è stato testimoniare in semplicità con la mia vita come quel piccolo vuoto, che ho sempre cercato di colmare con ciò che mi proponeva il mondo, è diventato un mostro che sta in agguato ed è pronto a riportarmi negli inferi.
Cosa faccio quando questo mostro bussa alla mia porta? Oggi scelgo la strada della vita, anche se è difficile e costa fatica, energie, scelgo di vivere davvero.
L’ aver condiviso pezzi importanti della mia vita mi ha reso fiera: raccontarmi non è stato facile, ma sento che ogni parola uscita dal mio cuore è divenuta un dono per molti ragazzi.
Anch’io avrei voluto essere anni fa al loro posto, ascoltare una testimonianza di vita e rendermi conto che la ricerca della felicità non sta nel saziare un vuoto o nel piacere che ti propone il mondo: nella vita si può sbagliare e si può cadere, ed io sono caduta, però mi sono rialzata e ogni giorno mi metto a servizio dell’altro, salvaguardandolo dal male di questo mondo e testimoniando con la mia vita che la felicità esiste e non bisogna cercarla nella droga, nell’alcool, nel sesso, ma nell’ AMORE puro di sé stessi e dell’altro.
Laura Grasso.