Mi chiamo Miriam, ho 20 anni e vengo da Brescia, sto partecipando al Progetto di Volontariato Europeo “Free Mind” a Frosinone presso la Cittadella Cielo di Insieme Verso Nuovi Orizzonti Odv. Si tratta di un percorso incentrato sul tema delle dipendenze e sullo sviluppo di una sana libertà ed indipendenza. Il tema di quest’anno era perfetto per la mia situazione perché il cammino interiore che sto affrontando è legato a qualcosa che mi ha sempre caratterizzata: cercare di superare la paura del giudizio degli altri, sentire il bisogno dell’approvazione ma allo stesso tempo la difficoltà di mostrarmi agli altri per quello che sono veramente.
Fin da subito ho quindi cercato di impegnarmi il più possibile in questo percorso, spinta dalla volontà di svolgere le mie mansioni al meglio per prestare un servizio adeguato alle necessità di chi mi stava intorno. Sentivo di essere chiamata a vivere questa esperienza appieno, perché ogni attimo poteva essere prezioso in quanto, se vissuto nel modo giusto, anche il momento più semplice e apparentemente banale può dare i suoi frutti.
La maggior parte del mio tempo l’ho trascorso in ufficio occupandomi della gestione degli eventi, degli incontri e dell’accoglienza dei gruppi. Mi sono occupata di gestire i vari incontri ed eventi che si svolgono nella Cittadella Cielo, occupandomi di aspetti pratici come mandare le comunicazioni necessarie, seguire le iscrizioni dei gruppi che vogliono partecipare ad incontri rispondendo ai messaggi e alle mail che arrivano da persone che chiedono indicazioni e chiarimenti. Non è facile perché tanta gente ha bisogno di supporto e sostegno di continuo per cui serve avere tanta pazienza e dedizione. Inoltre, io ho sempre fatto fatica ad entrare in contatto con persone che non conosco, per via della mia timidezza e la mia ansia da prestazione, per cui per me questa è stata una bella sfida.
Ogni giorno dovevo fare i conti con il timore di sbagliare, la paura di creare qualche pasticcio o di dare informazioni sbagliate a chi mi faceva domande. Non nascondo che in certi momenti mi sono lasciata andare allo sconforto come dopo l’ennesima telefonata andata male, o dopo la mail di cui avevo sbagliato il destinatario o dopo aver dimenticato di salvare un documento importante; in tutti questi casi il senso di inadeguatezza prendeva il sopravvento, ed io finivo per pensare che non avrei mai imparato e che forse avrei dovuto lasciar perdere e invece sono rimasta ed ho resistito a questo impulso di mollare.
Con una forza di volontà che non sapevo neanche di avere, ho continuato a dare tutta me stessa nel servizio che stavo facendo, sforzandomi di scacciare la vocina interiore che mi ripeteva che non ce l’avrei mai fatta. E poi è successo qualcosa, un fatto che può sembrare banale, ma che mi ha “ripagata” degli sforzi fatti e che mi ha dato una carica nuova. L’avvenimento è stato durante una normalissima mattinata in ufficio, stavo rispondendo ai messaggi di una signora che aveva bisogno di informazioni su Cittadella Cielo, e che a un certo punto mi ha ringraziata in modo molto caloroso, dicendo di essere contentissima di aver trovato qualcuno che la aiutasse con così tanta disponibilità e vicinanza, e che il mio supporto le era stato davvero utile.
Questo suo feedback per me è stato veramente importante, mi sono resa conto di quanto il modo in cui io svolgevo il mio compito potesse fare la differenza per qualcun altro. Ho toccato con mano il risultato della mia dedizione percependo chiaramente la riconoscenza della persona che stavo aiutando. Posso dire che, da quel momento, la mia situazione in ufficio ha iniziato a migliorare, piano piano, ho visto che la sensazione di essere incapace diminuiva lasciando il posto ad una maggiore capacità di vedere tutti i miei lati positivi, e allo stesso tempo di accettare i miei errori.
Ho cominciato ad entrare nell’ottica che la mia presenza era parte integrante dell’Associazione e che il mio ruolo era utile e che, anche se facevo un errore, non era la fine del mondo. L’esperienza di questo progetto è stata un capitolo fondamentale per il mio percorso. Mi ha portata a consapevolizzare di più le mie doti, ad avere fiducia in me stessa ed una maggiore predisposizione al servizio. Mi ha spinta a non aspettare di essere perfetta per buttarmi nelle cose, auto-escludendomi da tutto per il solo pensiero di non essere abbastanza brava per partecipare a qualcosa, ma cogliere le
occasioni al volo, accettando anche le possibili cadute. Ora mi sento una persona più adulta, ma anche più leggera, più matura, ma anche più capace di ridere di me stessa.
Finalmente ho imparato quanto può essere potente un ringraziamento.
Miriam Pagliari