Mi chiamo Benedetta, ho 25 anni, e da Giugno 2021 ho preso parte al progetto europeo “Grow up Together” attraverso il programma del “Corpo Europeo di Solidarietà”; grazie al progetto ho trascorso 12 mesi presso la “Cittadella Cielo” che è la sede centrale dell’Associazione Insieme Verso Nuovi Orizzonti Odv.
Il progetto è terminato e guardandomi indietro mi trovo a fare un piccolo bilancio di questa esperienza: le attività erano incentrate sulla crescita personale dei giovani ma anche sulla crescita personale dei volontari che hanno preso parte al progetto stesso.
Grazie al progetto abbiamo avuto l’opportunità di prendere parte ad alcune attività realizzate nel territorio di Frosinone, sostenendo persone con problemi economici ma anche aiutando e ascoltando tanti minori in difficoltà.
Per me è stato davvero importante l’incontro con tanti adolescenti, ho avuto il privilegio di ascoltare la storia di molti di loro, e ho avuto modo di accogliere i doni che mi hanno fatto sotto forma di confidenze, lacrime e risate.
Per la prima volta nella mia vita, ho scelto di mettermi in gioco davvero, ho avuto la possibilità di entrare in punta di piedi nella vita dell’altro attraverso un sorriso, una parola, un gesto o un abbraccio.
Prima di iniziare il progetto non sapevo bene cosa aspettarmi e come avrei dovuto comportarmi nelle tante situazioni di difficoltà che avrei incontrato, ammetto che ero un po’ spaventata e che non mi sentivo neanche molto capace.
Mi sono accorta che i ragazzi che incontravo avevano tanta sete di essere visti e tanto desiderio di essere ascoltati e accolti per ciò che erano veramente; ho trovato una grande sete di autenticità.
Ma come rispondere a tutto questo?
C’è stato un momento che per me è stato fondamentale: eravamo andati ad incontrare dei ragazzi a scuola e c’era una ragazza molto vivace e poco attenta che ci stava mettendo molto in difficoltà e che distraeva tutta la classe. Non sapevo bene cosa fare per relazionarmi con lei, ma durante la pausa ho provato a chiederle come stava, e, dopo l’ennesima risposta un po’ strafottente, le ho semplicemente detto : “Tranquilla, anche se sei arrabbiata, quando vuoi io ci sono!”.
In quel momento qualcosa è cambiato, per la prima volta, mi ha guardata con occhi dolci e estremamente riconoscenti, come se avessi fatto qualcosa di straordinario che non aveva mai sperimentato, e subito dopo ha cominciato ad aprirsi con me condividendo la sofferenza che stava provando per dei suoi problemi familiari.
In quel momento ho capito che dovevo smetterla di cercare, solo con la testa, una soluzione alle situazioni che mi si presentavano, e che dovevo sintonizzarmi sul canale del cuore. La principale competenza di cui avevo bisogno per rispondere a quella sete di autenticità che percepivo erano l’ascolto e l’accoglienza a cuore aperto.
Questa esperienza però mi ha anche aperto gli occhi sul fatto che non potevo donare ciò che non avevo. E’ così che ho cominciato ad ascoltare e ad accogliere in primis me stessa, i miei bisogni e i miei desideri profondi.
Ho dovuto riacquistare la mia autenticità prima di poterla donare agli altri, e questo è stato davvero un cammino di crescita importante che mi ha aiutata a riscoprire tante cose di me; un cammino che ancora oggi sto percorrendo e che non ho intenzione di abbandonare, accesa dalla curiosità di scoprire dove mi porterà.