C’è Dio nel terremoto?

02-43Non dimentichiamoci di tutti i fratelli e le sorelle colpite dal dramma del terremoto. Sosteniamoli sia con la preghiera sia con tutto ciò che è nelle nostre possibilità concrete.

Nel cuore in questi giorni mi è tornato in mente il brano di Luca 13,1-9 dove Gesù parla di due fatti drammatici avvenuti in quel momento.

È l’unica traccia che abbiamo di Gesù che parli di due fatti di cronaca e attualità commentandoli.

 

Si tratta di un’esecuzione cruenta e una torre crollata su delle persone:

«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

 

È molto interessante, perché alla domanda: “Dov’è Dio?” o “Perché?”, abbiamo Gesù stesso che ci risponde negando una qualsiasi connessione diretta con il peccato e riportandoci alla necessità di convertirci e prendere spunto da questi eventi per orientarci davvero all’essenziale nella vita perché ogni istante potrebbe essere l’ultimo.

Ogni giorno ognuno di noi è colpito da terremoti visibili e invisibili che ci possono prostrare. A volte si tratta solo delle conseguenze delle nostre scelte sbagliate. Ma quando subiamo un’ingiustizia o avviene una calamità naturale stiamo certi che non si tratta di una punizione di Dio. All’epoca di Gesù si pensava ci fosse una diretta responsabilità. Il lebbroso era peccatore lui o scontava la colpa dei padri. Gesù scardina queste superstizioni e ci dice: “Non temere! Io sono con te ogni giorno! La tua vita per me vale e Io ho dato la mia vita per te. Io ho gridato e pianto con te! Non temere”. Come ha scritto il Papa: “Dio piange per le calamità e le vittime delle bombe”.

Allora, sapendo che in ogni istante possiamo realizzare o perdere la nostra vita, puntiamo all’essenziale.

 

Medito nel cuore 1Re 19,11-12:

«Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. 

Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?».

 

… ci fu un terremoto violento e distruttivo che rase al suolo paesi e frazioni, ma il Signore non era nel terremoto…