Il recente intervento di Jovannotti all’università di Firenze ha fatto molto parlare. Il cantante ha raccontato di essere stato invitato ad un incontro molto riservato in cui erano presenti le 80 persone più importanti del mondo, fra cui nessun politico. In sintesi, ha affermato che oggi comandano loro (dirigenti di multinazionali eccetera) e non più i politici, che solo amministrano quanto da loro deciso. Nessun accenno al resto della gente, che i politici rappresenterebbero. Jovannotti però ha scoperto l’acqua calda: già quindici anni fa lo scriveva Naomi Klein nel suo best seller No Logo, la bibbia del movimento no-global, e lo si era capito parecchio tempo prima.
Sembra allora che andare a votare non serva a granché, se i politici sono diventati solo i portaborse di chi veramente dirige il mondo: un piccolo gruppo di persone che – senza alcuna mediazione democratica – impone a tutti decisioni e ideologie. Si tratta di persone a cui interessa pochissimo il benessere dei poveri e dei più disagiati, tanto è vero che, con la complicità della crisi economica, al loro comando la forbice fra ricchi e poveri si è ulteriormente allargata, con un numero sempre maggiore di poverissimi e ricchissimi. Persone che impongono dittatorialmente ideologie senza chiedere il permesso a nessuno, come il liberismo privo di ogni etica, il relativismo e quelli che Papa Francesco, nell’appena promulgata enciclica Laudato si’, definisce il “paradigma tecnocratico” e l’”eccesso antropocentrico”che, scrive il Papa, “oggi continua a minare ogni riferimento a qualcosa di comune e ogni tentativo di rafforzare i legami sociali”. Ideologie perverse ci vengono imposte senza che molti se ne accorgano neanche, come l’ideologia del gender, di cui troppi non sanno nulla e che dietro la maschera della lotta contro l’omofobia (su cui siamo tutti d’accordo) tende a far passare un nuovo ordine morale devastante. Papa Francesco sta cercando di metterci in guardia; il 16 gennaio a Manila ha detto: “stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia” e il 25 ottobre dell’anno scorso ha affermato che oggi sono proposte “nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio”. E di ritorno dal viaggio a Manila, perché si capisse bene cosa intendeva per “colonizzazione ideologica”, ha invitato a leggere il libro The lord of the world (Il signore del mondo), scritto nel lontano 1907 dal sacerdote inglese Robert Hugh Benson, un libro di fantascienza incredibilmente profetico che parla di una dittatura ideologica simile a quella che viviamo oggi.
Forse allora non c’è niente da fare: votare non servirà a molto, se i voti servono solo a legittimare di decisioni di qualcun altro; combattere nemmeno: mettersi contro poteri così forti sembra del tutto inutile e anche Gesù dice chiaramente chi sia il “principe di questo mondo” e non sembra realistico togliergli questo principato che detiene da chissà quanto tempo…
Niente da fare, allora?
Assolutamente no! Ora più che mai è il momento di darsi da fare, amando ad ogni costo, informandosi a fondo e informando altri, interessandosi di politica, credendo fermamente che Gesù, che spiega chi sia il principe di questo mondo, è anche lo stesso che ci garantisce: “Io ho vinto il mondo!” e ci invita a non temere. Oggi più che mai è il momento di “credere, amare e resistere”, come dice una splendida canzone dell’ultimo disco di Nek. È il momento di sperare e di pregare con forza: Venga il tuo Regno!, nella certezza che il Regno di Dio può sembrare molto piccolo su questa Terra così malata e così mal guidata, anche più piccolo di un granello di senape, ma nessuno potrà impedirgli di crescere tanto ma tanto e di far ridiventare questo mondo quel paradiso terrestre che era. Ogni nostro atto d’amore vero, ogni nostra preghiera contribuirà a rendere più vicino questo momento, che un mondo sfinito aspetta con ansia!