E per l’ennesima volta mi ritrovo a pensare alla giornata di Pentecoste con sorpresa, stupore e un misto tra incredulità e meraviglia.
Ogni anno penso: “beh, stavolta abbiamo raggiunto il culmine, una Grazia così non l’avevamo ancora mai vissuta…” e poi puntualmente vengo smentita dall’anno successivo, e siccome ormai le mie giornate di Pentecoste a Nuovi Orizzonti sono arrivate a quota 15, capite bene che mi sento anche leggermente imbarazzata dalla mia ottusità….!
Credo sia difficile, se non impossibile, descrivere sensazioni così forti, e così incuneate nella profondità dell’anima; d’altra parte Gesù ci chiede di porre la luce sul monte, perchè gli uomini vedano le Sue opere e credano nel Suo Amore.
L’immagine che mi porto nel cuore, più forte e più emozionante di tutte, è la visione di tutti voi nell’affollatissima sala di Castel Gandolfo. E non mi riferisco solamente a chi era lì in sala fisicamente, ma a tutti coloro che c’erano anche solo con il cuore e con i pensieri, perchè davvero è sembrato che in quel momento ci fosse una sorta di ponte di anime che collegava tutti, presenti ed assenti.
Io ero sul palco ma mi sentivo davvero come se fossi in platea, perchè avevo la sensazione di essere la destinataria di un grande privilegio: la contemplazione di un popolo grande, sterminato, che è passato dalla morte alla vita e che canta le meraviglie del Signore….
Vi confido che è stato diffcilissimo per me tenere il filo delle cose da dire (per fortuna c’era il grande Maurizio!) perchè ero continuamente distratta e assorta in questo pensiero: “Signore hai soffiato il tuo Spirito e queste ossa sono tornate a vivere!”.
Spesso riflettiamo su quanto il carisma che Dio ha donato a Nuovi Orizzonti sia impegnativo da vivere.
Ora l’Opera ha raggiunto dimensioni e proporzioni che nessuno di noi avrebbe immaginato, tanto da avere le vertigini quando ci fermiamo a considerarla nelle sue molteplici attività, opere, iniziative….forse Chiara aveva avuto la percezione di quanto si sarebbe ingigantita ma vi garantisco che la sottoscritta non ci aveva capito granchè, e a parte l’entusiasmo incontenibile delle prime promesse, non avrei mai pensato di assistere a ciò che sarebbe successo dopo relativamente pochi anni….
Credo però che al di là dei numeri crescenti in misura esponenziale, la cosa che mi colpisce davvero fino alla commozione è proprio la contemplazione di questo popolo che canta la Gioia nonostante storie e ferite tra le più dolorose; davvero lo Spirito ci ha donato una nuova vita, e oggi più che mai mi rendo conto di quanto il mondo abbia bisogno di questo annuncio!
Quindi….per l’ennesima volta mi faccio rapire dallo stupore, ma soprattutto dalla profonda gratitudine per questa chiamata, insieme alla consapevolezza che non possiamo non moltiplicare come un contagio il diffondersi, in tutti i modi, di questa Gioia che rinnova, pacifica, sana e fa rivivere le ossa inaridite di un mondo che grida per mancanza d’Amore!